Stop incentivi per auto elettriche, si alla conversione

Mese: Febbraio 2022

La Legge di Bilancio 2022 ha escluso l’ecobonus per la rottamazione dei veicoli a vantaggio dell’acquisto di modelli meno inquinanti e segnatamente di auto elettriche. Sono infatti spariti gli aiuti a sostegno del mercato automotive, peraltro in grave difficoltà a seguito della pandemia, lasciando presagire un importante rallentamento nelle vendite future di auto elettriche, ancora molto costose.
Un segnale che va in senso contrario agli obiettivi fissati sia in sede europea, sia in sede nazionale, relativi alla dismissione dei veicoli con alimentazione diversa da quella elettrica entro il 2030.
Fino al 2021 era in vigore invece un bonus rottamazione che poteva raggiungere un incentivo anche di 10.000 euro per acquistare un’auto elettrica, ibrida, plug-in o Euro 6 di nuova generazione. L’intento era quello di svecchiare il parco circolante del nostro paese, dando un deciso appoggio alla riduzione delle emissioni inquinanti.

Retrofit elettrico
Se non sarà possibile acquistare un’auto elettrica con regime di agevolazione, sarà invece percorribile un’altra strada verso la mobilità sostenibile, ovvero installare un motore elettrico sulla propria auto.
E’ stato infatti attivato, nella stessa Legge di Bilancio 2022, un bonus per convertire un’auto termica in elettrica, attraverso l’installazione di un kit di retrofit elettrico.
Entro il 31 dicembre di quest’anno, si potrà accedere all’incentivo che può arrivare fino ad un massimo di 3.500 euro, considerando un bonus fiscale del 60% sul costo da sostenere per la conversione.
L’intervento deve essere effettuato presso officine specializzate e prevede l’eliminazione di tubi di scappamento, radiatore e impianto di raffreddamento, e l’installazione del pacco batteria e dell’elettronica di gestione.
A questo incentivo si aggiunge poi il contributo fissato dal  Dl Infrastrutture e pari al 60% delle spese relative all’imposta di bollo per l’iscrizione nel Pra, all’imposta di bollo e all’imposta provinciale di trascrizione. Il veicolo viene infatti riconosciuto come “nuovo” e occorre procedere alla nuova immatricolazione.


Incentivi fino al 2024 per le colonnine di ricarica

Mese: Febbraio 2022

Sarà possibile usufruire degli incentivi per l’acquisto e l’installazione di colonnine di ricarica per veicoli elettrici fino al 2024.
Viene così prorogato il provvedimento precedente, scaduto al termine del 2021, sostituito dal decreto del Ministero per la Transizione Ecologica (Mite) che ha sbloccato risorse per 90 milioni. Si sostanzia così quanto preannunciato per dare spinta propulsiva alla costruzione di una reale rete di ricarica elettrica sul territorio nazionale, che faccia da supporto all’affermarsi di una mobilità sostenibile.

Fondi disponibili e requisiti per richiederli
I fondi saranno così ripartiti:

  • 80% alle imprese per finanziare acquisti inferiori a 375.000 euro;
  • 10% alle imprese per finanziare acquisti uguali o superiori a 375.000 euro;
  • 10% ai professionisti.

Alle imprese, per accedere al contributo, è richiesto di essere in regola dal punto di vista contributivo e societario, mentre i professionisti devono dimostrare un volume d’affari non inferiore a quello dell’infrastruttura di ricarica richiesta. Per chi rientra nel regime forfettario, il valore dell’infrastruttura di ricarica non può superare i 20.000 euro.
Il contributo che copre l’acquisto e la messa in opera dell’infrastruttura di ricarica è pari al 40% delle spese ammissibili e prevede limiti massimi a seconda della potenza erogata dalla colonnina. Lo schema relativo è il seguente:

  • 2.500 euro per wallbox in AC tra i 7,4 kW e i 22 kW;
  • 8.000 euro per colonnine in AC tra i 7,4 kW e i 22 kW con due punti di ricarica;
  • 1.000 euro/kW per infrastrutture in DC fino a 50 kW;
  • 50.000 euro per colonnina in infrastrutture in DC oltre 50 kW;
  • 75.000 euro per colonnina in infrastrutture in DC oltre 100 kW.

Tra le spese ammissibili sono incluse:

  • l’acquisto e l’attivazione delle colonnine, compresi impianti elettrici, opere edili correlate e impianti di monitoraggio;
  • i costi per la connessione alla rete elettrica e di connessione per un massimale del 10%;
  • i costi di progettazione, direzione lavori, sicurezza e collaudi, nel limite del 10%.

Sono escluse invece alcune spese, come imposte e tasse, acquisto di terreni, consulenze o autorizzazioni.

Come presentare le domande
La domanda potrà essere presentata online sul portale di Invitalia. Ad essa andranno allegati i documenti che dimostrano l’effettuazione dell’investimento, ovvero le copie delle fatture elettroniche e dei bonifici effettuati, il possesso delle autorizzazioni per costruire e usare le infrastrutture di ricarica, una relazione finale. Il beneficiario dovrà mantenere l’infrastruttura di ricarica per 5 anni. Inoltre dovrà conservare i documenti giustificativi, consentire eventuali controlli ed ispezioni disposte dal Ministero o da Invitalia o altri organismi competenti. Dovrà inoltre fornire i dati di funzionamento che saranno prescritti alla piattaforma PUN – Piattaforma unica nazionale, nel momento in cui sarà attivata.
Il Mite ha 120 giorni per procedere all’erogazione dei contributi, seguendo l’ordine cronologico di ricevimento delle domande e previa verifica della documentazione acquisita. Lo stesso termine vale per comunicare eventuali motivazione di rigetto della richiesta di incentivo.